di Alessandro Cignetti

La medicina odontoiatrica, nella propria visione olistica, e non già solo di super specialità, considera il dente come una unità funzionale non solo dal punto di vista meccanico, ma anche da quello più profondo dell’individuo: l’emozionalità. Le forti esperienze vissute hanno inciso sul modo di vivere e, quindi, sul benessere psicofisico, predisponendo l’individuo ad essere preda della mente che può distorcere la realtà: visione che è figlia diretta del vissuto emozionale. Nella personale storia professionale di ricerca abbiamo già pubblicato alcuni concetti relativi alla relazione esistente fra denti, radici ed emozioni (Cignetti, 2000). Le radici dentarie affondano, oltre che nell’osso, anche nel vissuto emozionale del paziente, soprattutto in quello della famiglia di origine. Il disagio psichico determina una situazione di stress che l’individuo tenta di sciogliere digrignando i denti, spostandoli dalla loro posizione neuro-muscolare, con notevole impegno della mascella e della mandibola, alterando la posizione dell’ATM ed attivando una sintomatologia molto varia. Spostando l’attenzione sull’articolazione temporo-mandibolare, che è in stretta relazione con muscoli, ossa, sistema cranio-sacrale ed endocrino (Lo sfenoide coopera alla costituzione della sella turcica nella quale anatomicamente alloggia l’ipofisi) si può ipotizzare un disturbo energetico della stessa con riverberazioni su tutto il sistema neuro-endocrino. Una diagnosi olistica che oltrepassi le barriere specialistiche è in grado di proporre l’uso di rimedi meccanici e farmacologici omeopatico-omotossicologici, con la possibilità di risolvere le problematiche del paziente, consentendo l’inversione del processo patologico

MANDIBOLA-EMOZIONI: CORRELAZIONE DI ORIGINE FETALE?

Se si considera che nel feto di un mese la mandibola e l’osso ioide hanno già iniziato a formarsi, possiamo ipotizzare che, quanto accade nell’utero già da quel periodo e per tutta la gravidanza, venga memorizzato sugli osteociti mandibolari e ioidei oltre che su tutte le altre cellule, lasciando un segno profondo di memoria cellulare emozionale che rilascerà le proprie vibrazioni ad ogni atto deglutitivo. Questo meccanismo fisico-emotivo viene trasferito nella vita dell’adulto con conseguenze sulla postura, sugli organi interni, ecc., predisponendolo ad una qualità di vita che trova le radici nella propria storia individuale. Ipotizziamo, quindi, una profonda connessione tra vissuto intrauterino ed emozioni con riverberazioni sulla mandibola e sulla deglutizione.

Seguirà il trauma della nascita, le prime delusioni ed abbandoni, con “immagazzinamento di questi ricordi” sui denti e sull’articolazione temporo-mandibolare (ATM). L’articolazione temporo-mandibolare ha una stretta correlazione con l’attività cerebrale in quanto prossima a diversi elementi strutturali: il VII paio di nervi cranici (equilibrio), il V paio (trasmissione sensitivo-motoria), la respirazione cranio-sacrale (trasmissione nervosa umida), la trasmissione ossea sullo sfenoide e sulla sella turcica (trasmissione endocrina) e l’attività cerebrale (modificazione delle onde EEG).

CIRCUITO EMOZIONALE DI RISPOSTA E FISSAZIONE

La percezione dello stimolo sensoriale (teoria di Cannon-Bard) induce, dapprima, un’esperienza emozionale (paura) per poi generare una risposta somatica e viscerale, da cui origina una reazione (espressione) emozionale somatica. James-Lange afferma che dapprima si verifica una risposta somatico-viscerale, espressione emozionale somatica, poi l’informazione giunge all’esperienza emozionale. La nostra ipotesi introduce l’atto della deglutizione come risposta di transito sia nella prima che nella seconda teoria, con fissazione emozionale sui denti.

La personale teoria proposta sui circuiti cerebrali dell’emozione, applicate alla teoria di Ledoux suggerisce che, dopo lo stimolo emotivo, le informazioni passino attraverso l’atto della deglutizione, dando informazioni corticali, con risposte somatiche ed informazioni dirette alla corteccia sensoriale; questi input stimolano la corteccia motoria ed emozionale, generando un sentimento.

Nel circuito cerebrale secondo Cannon-Bard, la nostra teoria inserisce l’atto deglutitivo dopo stimolo emotivo verso il talamo, che invia il segnale all’ipotalamo ed alla corteccia cerebrale. L’ipotalamo riverbera il segnale in due direzioni: una risposta somatica e l’altra diretta alla corteccia cerebrale, generando un sentimento.

IL RUOLO DELL’AMIGDALA

L’amigdala è centro di raccolta e trasmissione dell’informazione emozionale. Attraverso un’emozionalità primaria, con stimoli sul talamo e risposta sul cingolato-amigdala, la risposta sarà indirizzata verso il cingolato, l’ipotalamo, l’ATM e l’osso ioide.

Nel circuito dell’emozionalità secondaria è inserita l’informazione dell’ATM e dell’osso ioide verso l’amigdala che lo invia al nucleo ventromediale, creando alterazioni al centro endorfinico, favorendo l’insorgenza di una sindrome ansioso-depressiva. L’amigdala, attraverso il nucleo centrale, invia due informazioni: all’ipotalamo, inducendo una risposta autonoma, ed alla sostanza grigia periacqueduttale del tronco encefalico per una reazione comportamentale; la terza proviene dai nuclei basolaterali dell’amigdala sulla corteccia cerebrale, dopo un’esperienza emozionale.

IL RUOLO DEI MERIDIANI

Si deve prendere in considerazione anche il ruolo dei Meridiani nella trasmissione dell’informazione lungo gli stessi alla velocità della luce. Ciò chiarisce come l’informazione ansioso-depressiva pervada tutto l’individuo con sintomatologia (a volte) deviante per una corretta diagnosi. La risonanza magnetica nucleare dinamica dell’ATM evidenzia le varie strutture anatomo-funzionali, l’esiguità dello spessore della teca ossea che separa la massa cerebrale dal condilo e dalla capsula articolare, vera depressione ossea con possibilità trasmissivo-vibrazionali al cervello.

MATERIALI E METODI

Questo lavoro evidenzia le correlazioni tra le disfunzioni dell’ATM e quelle EEG per una interpretazione razionale della terapia riabilitativa mediante ortotico e si prefigge lo scopo di comprendere se la sintomatologia che accompagna frequentemente i pazienti con sindrome algico-disfunzionale sia correlabile alla loro sintomatologia ansioso-depressiva.

Sono stati selezionati 65 pazienti con sintomatologia sopra indicata. Il campione era rappresentato da 46 femmine e 19 maschi, di età variabile tra 18 e 55 anni.

Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad EEG in 2 diverse ore della giornata (mattino e pomeriggio). In alcuni casi, nell’arco della stessa giornata prima e dopo l’applicazione dell’ortotico; in altri a distanza di un giorno dall’applicazione dell’ortotico per valutare se il soggetto avrebbe potuto essere influenzato dalla presenza del medico o se fosse determinante un’influenza sull’emotività da parte dei familiari.

All’EEG sono stati riscontrati 44 casi positivi e 21 negativi. La diagnosi EEG nei 44 casi positivi è stata: “alterazione ed irritabilità della corteccia cerebrale, correlata al dolore con presenza di punte rafforzate patognomoniche del dolore cerebrale, attribuibile a sofferenza delle fibre trigeminali”. Nel primo paziente analizzato  si sono potute osservare modificazioni EEGrafiche nello stesso giorno (prima e dopo l’applicazione dell’ortotico).

Nel secondo paziente analizzato, si è registrato un cambiamento del tracciato eseguito prima dell’applicazione dell’ortotico, (rispetto a quello eseguito il giorno successivo, alla stessa ora e nelle stesse condizioni con normalizzazione del ritmo alfa). Il monitoraggio è stato effettuato regolarmente anche durante la terapia per valutare la stabilità dell’EEG.

TERAPIA

Dobbiamo distinguere la terapia fisicomeccanica da quella omeopatico-omotossicologica.

Per la terapia biologica omeopatico-omotossicologica abbiamo rispettato il postulato dell’Omeopatia e dell’Omotossicologia: esiste il malato e non la malattia.

Per sintomatologia simile, in due pazienti sofferenti di sindrome ansioso-depressiva, l’inquadramento nelle Fasi della Tavola delle Omotossicosi può essere diverso. Questa valutazione implica diversificazioni nella terapia, con rimedi specifici singolarmente.

Questo lavoro evidenzia la correlazione tra attività cerebrale  ATM ed Amigdala con coinvolgimento fisico, meccanico ed emotivo.

L’ansia e la depressione possono trovare terreno fertile per apporre radici profonde nel circuito “emozioneATM- attività cerebrale ed Amigdala”.

E’ nostro augurio che queste nuove informazioni portino ad una maggiore e più attenta osservazione dei pazienti con sintomatologia ansioso-depressiva, ricercando e valutando il ruolo eventuale dell’articolazione temporo-mandibolare.

Gli stimoli emotivi e meccanici determinano il blocco del movimento cranico e la trasmissione bioelettrica delle informazioni sia lungo i meridiani che attraverso il liquido cefalorachidiano coinvolgendo tutti i sistemi organici, con modificazione della postura. La nostra ricerca evidenzia come l’articolazione temporo-mandibolare presenti una stretta interconnessione con i centri del dolore e che sia, spesso, causa di una qualità di vita predisponente all’ansia ed alla depressione.