Marco Lombardozzi
Durante il periodo pandemico da virus Sars Cov-2 si è parlato molto della Lattoferrina. Io stesso, come medico, ne ho avuto conoscenza in quel periodo, anche se è studiata già da molto tempo.
In questo periodo invernale, in cui virus e batteri, come sappiamo, diventano più attivi, penso sia utile rivedere alcune conoscenze in merito, anche perché esistono ormai vari prodotti a base di lattoferrina che possono essere impiegati efficacemente.
La Lattoferrina è una glicoproteina cationica legante il ferro che fa parte della famiglia delle transferrine. la presenza di recettori per la Lattoferrina sulle membrane di diverse popolazioni cellulari del Sistema Immunitario come i linfociti, i monociti, i macrofagi e le piastrine conferma il ruolo di questa glicoproteina come mediatore della difesa immunitaria.
Secondo alcuni studi, infatti, la Lattoferrina è in grado di promuovere il differenziamento dei linfociti T helper (risposta Thl) e il differenziamento dei linfociti B immaturi.
L’attività antinfettiva della Lattoferrina è correlata principalmente alla sua affinità per il Fe3+.
Il Ferro è fondamentale per tutti i processi biologici, ma un suo eccesso favorisce la progressione della crescita virale (perché il ferro risulta essenziale alla replicazione dei virus) la lattoferrina si lega con specifici recettori di membrana alla cellula, e, una volta dentro, contribuisce a ridurre le concentrazioni di ferro intracellulari favorite da elevati livelli di IL-6 (come osservato nella tempesta citochinica) contrastando la replicazione e la diffusione virale.
È stato inoltre osservato che la Lattoferrina è in grado di ridurre efficacemente l’espressione dell’IL-6, in modo dose dipendente, agendo direttamente a livello nucleare sulla trascrizione genica di questa citochina.
La Lattoferrina non coniugata (apoLattoferrina) è in grado di legarsi a diverse glicoproteine presenti su batteri e virus. Ad esempio è noto che la Lattoferrina è in grado di contrastare alcune specie di batteri gram-negativi legando gli LPS (lipopolisaccaridi) presenti sulla membrana cellulare del patogeno.
La Lattoferrina impedisce l’ingresso nelle cellule ospiti a diversi tipi di virus come Herpes simplex, Papillomavirus umano CHPV), il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il rotavirus e anche il Sars-Cov2. Questi virus utilizzano i proteoglicani eparansolfati (HSPG) di membrana come primi siti di contatto ed ancoraggio sulla superficie della cellula ospite. È stato dimostrato che la lattoferrina è in grado di prevenire l’ingresso nella cellula del le particelle virali legandosi proprio agli HSPG.
I rimedi a base di Lattoferrina si presentano in varie formulazioni.
La più pratica è quella in capsule, con una posologia indicata in 350 mg/die.
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