La redazione

Doomscrolling è un neologismo inglese, nato dall’unione delle parole doom, ossia “sciagura”, e scrolling, ossia “scorrimento. Il termine descrive “la tendenza a scorrere compulsivamente le pagine di un sito, la bacheca di un social network, lo schermo del proprio telefono, alla ricerca di cattive notizie”. Questo fenomeno è stato esacerbato dopo il periodo pandemico da Sars-cov2. Recepire cattive notizie alza il livello di stress per combattere il quale si crea un circolo vizioso: aumentare l’informazione, che però è basata su cattive notizie, e non c’è fine.

È una sorta di bulimia verso le notizie negative. In pratica si entra in un loop di dipendenza e si ripetono compulsivamente le azioni che caratterizzano la dipendenza stessa. Spieghiamoci meglio:

l’ansia è uno dei disturbi più frequenti della sfera emotiva e questo porta a un aumento del bisogno di controllo, per rassicurarci. Una delle modalità di esercitare il controllo sulla realtà è informarsi, quindi cercare notizie, ma così ci si espone al bombardamento mediatico, che rinforza la nostra ansia a causa delle cattive notizie che rappresentano ormai il 90% dell’informazione attraverso i media. Nella compulsione verso il controllo l’idea è che se disponiamo di tutti i fatti, possiamo prendere decisioni per proteggerci dai pericoli. Questa illusione di controllo e sicurezza, però, è un errore. Perché le fonti di informazione sono infinite, e quindi il nostro bisogno non potrà mai essere soddisfatto.

Ovviamente Il desiderio di rimanere informati sulle cose del mondo è sano e giusto. Ma quando da informarsi si passa a ingozzarsi di notizie, si passa alla condizione patologica. La sovraesposizione e la sovrastimolazione rispetto a fatti particolarmente negativi e drammatici produce una dipendenza che oggi viene definita doomscrolling.

Ricordiamoci che informare significa dare forma, quindi le notizie negative, spesso spettacolarizzate, danno forma e corpo alle nostre paure, plasmando il nostro comportamento.

Per contrastare il doomscrolling occorre  stabilire dei limiti spaziali e temporali per il consumo delle notizie. Quindi, per esempio: sfogliare i giornali solo a colazione, consultare i social network solo dopo l’orario lavorativo, spegnere tassativamente il telefono un’ora prima di andare a dormire.

Ma ancora più importante è farsi aiutare da una psicoterapia, in questo caso cognitivo comportamentale o transazionale, per individuare le cause che hanno prodotto il doomscrolling le quali, come in tutte le dipendenze, risiedono in recondite zone oscure della nostra psiche.