di redazione

In questi tempi oscurati dal timore di una guerra nucleare, il mondo medico si deve attivare per trovare soluzioni agli eventuali accadimenti drammatici che potrebbero coinvolgere le nostre città e le nostre vite. Tale incentivazione viene rafforzata dal fatto che la Germania nel 2019 ha ordinato all’azienda austriaca Gerot Lannach 190 milioni di compresse di iodio antiradiazioni! (La Repubblica 22 Agosto 2019)

L’esplosione anche di una sola bomba atomica porterebbe a conseguenze a lungo termine per tutti gli abitanti della Terra dovute alla ricaduta al suolo (fall-out) dei residui della fissione nucleare. Il bombardamento di impianti nucleari attivi potrebbe determinare gli stessi effetti. Per la popolazione che vive nelle zone circostanti al fall-out (nell’ordine di km) il pericolo è la diffusione nell’aria,  la possibile inalazione di sostante tossiche e la diffusione nel cibo a causa della contaminazione per esempio del terreno e dell’erba. In seguito all’incidente di Chernobyl, come conseguenza dell’erba contaminata mangiata dalle mucche la produzione di latte divenne radioattiva.

Pensiamo sia cosa utile per i nostri lettori dare informazioni terapeutiche in merito. In questa sede ci occuperemo di trattare solo gli eventi avversi da Iodio 131 (radioattivo) perché è il primo radionuclide che arriverebbe alle persone distanti. Ma va considerato che non sarebbe il solo radionuclide tossico, col tempo arriverebbero anche Cesio 134, Cesio 137 e Stronzio 90. Si ipotizza che la nube tossica contenente Iodio 131, se generata in Europa, possa impiegare dai 2 ai 3 giorni per raggiungere l’Italia. Lo Iodio 131 può creare danni alla tiroide non adeguatamente preparata. Tali danni vanno dal carcinoma della tiroide a patologie autoimmuni tiroidee.  Vediamo come si può contrastare efficacemente una situazione di questo tipo.

È inutile effettuare qualsiasi tentativo di “arresto” dello iodio 131 se si è già stati esposti per più di 6 ore, al contempo non ha nessun senso assumere iodio antiradiazioni preventivamente. Bisogna assumerlo entro 4 ore dall’esposizione allo Iodio 131. La soluzione è a base di ioduro di potassio che viene captato dalla tiroide che così non capta lo iodio 131.

Esistono molte proposte terapeutiche per contrastare un eventuale danno da radiazioni, abbiamo ritenuto opportuno proporre quella indicata dal dr. Attilio Speciani poiché è sembrata la più pratica ed efficace. La formula consiste in una soluzione satura di ioduro di Potassio al 50% in acqua, somministrando le gocce per via orale, mischiate ad un poco di acqua, per soli 2 giorni, con i seguenti dosaggi:

  • bambini da 0 a 2 anni, 1 (ripeto solo una) goccia al giorno
  • bambini da 2 a 6 anni, 2 (ripeto solo due) gocce al giorno
  • bambini da 6 a 12 anni, 2 gocce al mattino e 2 gocce a sera
  • maggiori di 12 anni, 3 gocce al mattino e 3 gocce a sera

Il trattamento deve essere attuato per soli due (al massimo tre) giorni

La formulazione sopra esposta deve essere preparata galenicamente in farmacia su ricetta magistrale del medico.

Vediamo quali sono le controindicazioni più comuni:

Controindicazioni e avvertenze

Ipotiroidei in trattamento con Levotiroxina (Eutirox, Tirosint, Tiche, Tiroide secca ed altri) sono già parzialmente tutelati, perché la funzione di accumulo dello Iodio da parte della tiroide è già di per sé inibita o ridotta. Possono usare lo stesso dosaggio indicato senza problemi.

Ipertiroidei in trattamento (Tapazole) potrebbero dimezzare il dosaggio di Ioduro di potassio da assumere solo per due giorni, in modo da ridurre eventuali stimoli metabolici aggiuntivi.

Soggetti allergici allo Iodio (ad esempio con reazioni già documentate a mezzi iodati usati per effettuare indagini radiologiche) non devono utilizzare il prodotto se non sotto stretto controllo medico (questa è l’unica vera controindicazione).

Persone affette da vasculite con complementemia ridotta associata a orticaria cronica o lupus eritematoso sistemico (non dovrebbero usare il prodotto per aumentato rischio di reazioni avverse e di gravi patologie sistemiche);

terapia con amiodarone (antiaritmico contenente iodio e che può causare ipertiroidismo o ipotiroidismo; durante iodoprofilassi si potrebbe pertanto avere un effetto ipotiroideo additivo o sinergico);

terapia con carbonato di litio (farmaco usato per il trattamento del disturbo bipolare; il litio impedisce il rilascio degli ormoni tiroidei dalla tiroide e può causare ipotiroidismo o gozzo con conseguente diminuzione della concentrazione degli ormoni tiroidei circolanti; durante iodoprofilassi si può pertanto ottenere un effetto ipotiroideo additivo o sinergico);

dermatite erpetiforme (maggior rischio di reazioni avverse);

Augurandoci che le nostre indicazioni non debbano mai essere necessarie, riteniamo comunque utile fornirle, per la missione che contraddistingue il medico di curare sempre e chiunque, in qualsiasi regione il malato si trovi, a qualsiasi nazionalità appartenga.