Marco Lombardozzi

La Medicina vive un velocissimo processo di evoluzione e aggiornamento, talmente veloce che i medici non riescono a stare al passo con tutte le informazioni che arrivano. Uno degli scopi di questa newsletter è quello di focalizzare e filtrare alcune informazioni legate al mondo della fitoterapia e nutraceutica e proporle sintetizzate agli operatori professionali del mondo sanitario.

Uno di questi casi è rappresentato dalla vitamina B12, sulla quale si credeva di aver detto tutto e che non ci fosse nient’altro da conoscere, invece recenti studi hanno evidenziato nuovi aspetti e nuove funzioni.

Con il termine vitamina B12 si fa riferimento in generale a un gruppo di composti contenenti cobalto chiamati corrinoidi oppure in senso più stretto a un membro del gruppo della vitamina B. Le cobalamine principali sono la cianocobalamina (la forma più studiata, stabile e maggiormente impiegata negli integratori, l’idrossicobalamina e le due forme coenzimatiche (metilcobalamina e adenosilcobalamina).

Un apporto insufficiente di vitamina B12 può verificarsi principalmente per deficit di approvvigionamento oppure per assorbimento inadeguato. In questo caso le categorie che sono più a rischio di sviluppare un deficit di vitamina B12 sono: soggetti con diminuzione dell’acidità gastrica, chi assume regolarmente e per tempi prolungati alcune tipologie di farmaci (antibiotici, antiacidi e antidiabetici), pazienti con malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn)
soggetti che hanno subìto interventi chirurgici gastro-intestinali o chirurgia bariatrica, chi soffre di celiachia o malattie pancreatiche.

In generale la vitamina B12 è coinvolta nelle vie metaboliche fondamentali che riguardano le funzioni neurologiche e quelle ematologiche. È anche un importantissimo fattore coenzimatico per il metilmalonil-CoA mutasi che converte il metilmalonil-CoA in succinil-CoA.

Nuove linee di ricerca stanno inoltre portando alla luce il ruolo della vitamina B12 come possibile aiuto nella terapia per le infezioni virali (nel trattamento e nella persistenza dei sintomi, rilevando sia l’effetto di modulazione delle risposte immunitarie che la relazione della B12 con l’asse muscoli-intestino-cervello. Altri studi sembrano dimostrare infine il coinvolgimento della vitamina B12 anche in alcune delle principali malattie neurologiche, diverse dalla neuropatia da carenza di B12, come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Alzheimer.

Studi scientifici e clinici che riguardano l’integrazione di cianocobalamina per via orale hanno ampiamente dimostrato la sua efficacia e tollerabilità anche ad alte dosi, è stata inoltre validata l’efficienza dell’assorbimento di vitamina B12 nelle formulazioni liquide e in particolare nel caso della somministrazione per via sublinguale. Si possono pertanto somministrare fino a 1000 mcg/die senza effetti avversi riscontrati.