Dott.ssa Danzì, lei viene da una formazione musicale classica, cosa l’ha spinta a cambiare verso la body percussion?
È vero, ho conseguito i diplomi di violino e viola in Conservatorio e una specializzazione in musica d’insieme all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Ma già da ragazzina seguivo corsi di didattica della musica con Giovanni Piazza e Sebastian Korn. Ho sempre avuto questa passione. Già a 13 anni dirigevo e accompagnavo all’organo il coro della chiesa del mio paese, Librizzi (si trova sui monti Nebrodi). Davo delle lezioni private di musica, ma davvero non ero una buona insegnante. Credo che sia una delle professioni più difficili. In realtà è anche un mestiere: c’è un sapere, un saper fare, un saper far fare. Ancora imparo ogni giorno con i miei alunni e studenti; con e dai colleghi.
E studio molto. E c’è un lavoro su se stessi: nei seminari, nei workshop, come in classe, si porta quello che si è. Perché parlo di insegnamento per rispondere alla sua domanda? Perché la body percussion per me è stata la chiave di volta per comprendere ed utilizzare una metodologia fondata sulle teorie dell’embodied cognition. Condurre laboratori di body music, negli anni, è diventato per me scoperta del corpo nella sua interezza: crescita relazionale, cognitiva e non solo per gli aspetti sensomotori. Saper ascoltare il proprio corpo, come esso si esprime, è per me la chiave che apre alla consapevolezza della propria identità.
Può descriverci alcuni aspetti fondamentali della body percussion?
La body percussion è “la musica che si vede e la danza che si sente”. Ha il carattere multisensoriale della musica e del movimento: sa fondere aspetti che sono visivi, uditivi, tattili, semantici. È coordinazione, senso del metro, della frase, interpretazione, invenzione. Qualcuno dice: è il corpo che diviene strumento. Ma io ho sperimentato che è più di questo: il mio suono è strumento e materia insieme. I timbri del corpo sono da qualche parte, che non sempre posso sapere: a volte li cerco e non li trovo. Non è come pizzicare la corda del mio violino. Non posso nemmeno accordarli. E che il corpo sia più di uno strumento ce lo dimostra il fatto che esso preesiste, nell’esecuzione e nell’espressione musicale, a qualsiasi strumento.
Sappiamo che esiste un metodo chiamato BAPNE che usa la body percussion per aiutare soggetti che si trovano nello spettro autistico. Lei ha esperienza di un’azione terapeutica della body percussion?
Credo che per quanto detto fin qui in poche righe ciascuno possa dedurre che la pratica della body music (è questo il termine più esatto per definire la musica del corpo, che riguarda dunque anche l’uso della vocalità) può accogliere ognuno in uno spazio di condivisione e comunicazione. Io credo nel valore formativo dell’ascolto, della produzione e dell’espressione musicale. Ne so molto meno degli aspetti terapeutici. Ho amici che operano, che insegnano nell’ambito della musicoterapia e della danzaterapia e stimo moltissimo i loro studi. Mi sento di dire che il senso della cura è senz’altro presente nel lavoro con la musica e le arti.
Può indirizzare i nostri lettori a centri di body percussion in Italia?
Negli ultimi anni la passione per la body percussion si sta diffondendo e sono già tanti i musicisti e le musiciste che la sperimentano, con una buona offerta formativa. Tramite internet è facile fare delle ricerche in tal senso. Consiglio con gioia di seguire il lavoro, giovane ma tutt’altro che acerbo, del Collettivo Rosario. Di farvi ispirare, anche voi, dai Barbatuques. Occhio su Parigi per i Percussive Dance Festival e su Amburgo per il Body Rhythm Hamburg. Ci sono le attività delle reti OSI, Orff-Schulwerk Italiano, la metodologia per la quale ho conseguito la qualifica di esperto certificato. E sono felice di annunciare due miei seminari già in programma in Sicilia: saranno due fine settimana tra febbraio e marzo, con una sorpresa… Invito a seguire la mia pagina FB per le info, a breve.
ELIANA DANZÌ è insegnante, performer e formatrice nell’ambito della pedagogia e didattica musicale. È diplomata in violino, in viola e in Musica d’Insieme presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Ha tenuto il corso di Metodologia dell’Educazione Musicale e Laboratorio per la Scuola Primaria e dell’Infanzia presso l’Università di Palermo. Ha conseguito l’attestato di esperto certificato nella metodologia Orff–Schulwerk presso la Scuola Popolare di Musica “Donna Olimpia” di Roma. Ha fondato l’ensemble di percussioni e body percussion Sud-Orff: sul sito Musica a Scuola, repository multimediale di buone pratiche nella didattica della musica, sono presenti due suoi lavori dal titolo Sud-Orff e La musica che ho.