Marco Lombardozzi

Il mondo occidentale scoprì la soia circa 60 anni fa, quando aprirono i primi ristoranti orientali nelle nostre città e, con esse, l’uso della soia per gli alimenti.

Da allora molta strada è stata percorsa e, oltre alle elaborazioni culinarie sempre più perfezionate, a base di questo legume, anche il mondo medico ha studiato e ricercato proprietà terapeutiche basate sulla soia. Al momento attuale una ricerca su tutte sembra emergere in modo importante nei paradigmi della terapia medica ed è la Nattochinasi (NKasi), estratta dalla soia fermentata.

Viene estratta dal natto, alimento giapponese prodotto dalla fermentazione dei semi di soia in presenza di Bacillus subtilis.

La NKasi degrada direttamente la fibrina mediante proteolisi ed attiva la produzione di tPA, (l’attivatore tissutale del plasminogeno che porta alla conversione del plasminogeno in plasmina) inattivando il PAl-1 (l’inibitore di tipo I dell’attivatore del plasminogeno).

Diversi lavori scientifici (Ero et al.2013; Weng Y. et al.2017; Dan Feng Li et al. 2022) sulla farmacocinetica dell’assunzione orale di NKasi indicano che questa proteina viene degradata dagli enzimi gastrici (è necessario quindi l’utilizzo di capsule gastroresistenti) e nonostante la scoperta della nattokinasi risalga al 1987, gli studi scientifici in vitro ed in vivo che la riguardano sono tuttora molto numerosi e stanno proponendo importanti approfondimenti sia sulle attività già note come pure per l’esplorazione di campi applicativi al momento poco considerati ma che potrebbero in futuro avere interessanti sviluppi (Dan Feng Li et al. 2022).

Nel corso di un’ampia ricerca Takagaki et al. 2020 hanno scoperto che la combinazione della NKasi con gli acidi grassi insaturi (acido linoleico, DHA, EPA) ne migliora l’attività fibrinolitica.

Autorevoli studi e trials clinici (Chen H. et al. 2018, 2022; Jensen G. et al. 2016)

hanno inoltre dimostrato l’utilità della NKasi per il mantenimento della

salute cardiovascolare con effetti antiaterosclerotici, ipolipemizzanti e ipotensivi. In quest’ultimo caso si ipotizza che il meccanismo di azione coinvolga il sistema renina-angiotensina e che la NKasi non agisca su ACE (angiotensin-converting enzyme) come i farmaci ipotensivi, bensì sulla renina.

Inoltre, dopo la recente pandemia da SARS-cov 2, assume molta importanza il lavoro di alcuni ricercatori giapponesi. Infatti Marni Oba et al. nel 2021 hanno fornito per la prima volta la prova che l’estratto di natto contiene una o più proteasi che inibiscono alcune infezioni causate da virus attraverso la proteolisi delle proteine virali stesse.

Successivamente Tanikawa T. et al. 2022, utilizzando come terreno di coltura lisati cellulari transfettati con la proteina Spike del SARS-CoV-2, hanno dimostrato che durante l’incubazione con la NKasi la proteina Spike viene degradata con modalità direttamente dipendenti dalla dose e dal tempo. Per ottenere il suo effetto antitrombotico e fibrinolitico se ne consiglia l’assunzione di 2000/2500 FU/die.

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