Intervista al dott. Giovanni Francesco Di Paolo, Medico, Docente di Medicina Ayurvedica al Master di Medicine Naturali dell’Università di Roma Tor Vergata, Docente di Fitoterapia al Master di Medicina Estetica dell’Università Telematica di Roma, UNICUSANO. Fondatore dell’AIRM (Associazione Italiana Ricerche in Microkinesiterapia). Direttore dell’Integrative Medicine Ozone Therapy, Acupuncture, Psychotherapy and Anti-Aging Center a Roma, città in cui lavora.
Dottor Di Paolo, in cosa consiste la Medicina Antroposofica?
“A partire dall’impulso dato nel 1920 da Rudolf Steiner (filosofo e scienziato, fondatore dell’antroposofia, 1861-1925) e Ita Wegman (Medico, 1876-1943), in collaborazione con un gruppo di medici, la Medicina Antroposofica (da anthropos = uomo e sophia = saggezza), secondo la quale gli esseri umani e i regni della natura sono legati da un’origine comune, apporta un ampliamento agli insegnamenti universitari classici. Questo principio conduce a una visione d’insieme integrativa della salute, della malattia e della guarigione, oltre che a un approccio specifico delle terapie mediche. La Medicina antroposofica, quindi, non si deve definire una “medicina alternativa”, e non vuole sostituire la medicina convenzionale. I medici, specialisti e non, che la praticano usano quotidianamente tutti i mezzi che la scienza e la tecnica medica moderna ha messo a loro disposizione: nella terapia, quando possibile e in piena “scienza e coscienza”, usano i mezzi che le tecniche antroposofiche a sua volta mettono a disposizione. I medici antroposofi si avvalgono di tutta la tecnologia moderna, ma al fine di applicarla al benessere del paziente, dove benessere sta a significare sia quello fisico che psichico emozionale, quasi in un’unica simultaneità. Per questa ragione la Medicina Antroposofica indaga e esplora le premesse fisiche ma anche quelle psichiche e personali che hanno determinato la strada verso la malattia. Negli intenti del suo fondatore essa ha il compito di ampliare le conoscenze della medicina cosiddetta “ufficiale”, di provata esperienza scientifica (oggi diremmo di medicina basata sulle evidenze)”.
Nella sua pluriennale esperienza, ha notato effetti avversi o situazioni in cui è sconsigliato prescrivere farmaci antroposofici?
“L’architrave fondamentale della medicina antroposofica è il suo approccio terapeutico, una terapia che scorre direttamente dall’osservazione di ciò che è patologico; nella medicina convenzionale si predilige l’apporto diagnostico: ma alla fine con gli sviluppi considerevoli dei mezzi d’investigazione si resta perplessi davanti alla povertà delle terapie, alla loro inadeguatezza, alla loro pesantezza, all’abbondanza degli effetti indesiderati o nocivi. La medicina antroposofica vuole di più: vuole tenere in considerazione gli elementi fondamentali che danno un’impronta significativa e talvolta indelebile alla vita, all’anima e allo spirito del paziente e che sono percepibili fisicamente: il ritmo veglia-sonno, la crescita, come espressione delle forze vitali; la tensione muscolare e la mimica come espressione dell’animico; la distribuzione del calore, la postura, l’andatura, l’orientamento. L’approccio medico steineriano già dalla diagnosi è orientato verso la terapia. La conoscenza del processo morboso non si fa isolatamente, ma riallacciando l’uomo alla natura che lo circonda, al cosmo che lo sovrasta: essa si sforza di scoprire qual è il processo che è causa della malattia e trovare nella natura terrestre, al di fuori dell’uomo, lo stesso processo. Ciò significa che non c’è alcun processo nell’uomo che non abbia il suo equivalente al di fuori di esso. Bisogna dunque scoprirlo. E va anche sottolineato che non ci sono controindicazioni alla pratica medica antroposofica e ogni patologia può essere affrontata”.
L’applicazione di questa terapia è pertinenza esclusiva del medico?
“Assolutamente sì; infatti, come spiegava R. Steiner, la medicina antroposofica deve essere un ampliamento della terapia medica tradizionale.”
Cosa può rispondere a chi sostiene che la Medicina Antroposofica è una filosofia mistica e non una metodica terapeutica scientifica?
“Steiner colloca, vicino alle scienze naturalistiche, uno studio della natura basato sullo stesso metodo scientifico e di cui il contenuto viene a completare l’investigazione delle scienze naturali. Numerosi lavori pubblicati su riviste scientifiche permettono di integrare tale metodologia negli strumenti terapeutici di qualsiasi medico. Basti pensare alla terapia con il vischio nelle patologie oncologiche, diffusa ormai in numerosi ospedali in tutto il mondo”.