di Manuel Cascioli

Nel precedente articolo ho descritto la Matrice vivente e la sua organizzazione in tre livelli: extracellulare, intracellulare e intranucleare. La matrice extracellulare (in lingua anglosassone ExtraCellular Matrix, ECM) o intercellulare rappresenta la più complessa unità di organizzazione strutturale dei tessuti degli organismi viventi (anche nel cane e nel gatto). I tessuti, non sono costituiti solo da cellule: una parte del loro volume è formata dallo spazio extracellulare, occupato da una rete di macromolecole, la cui organizzazione tridimensionale rappresenta appunto l’ECM. Sebbene l’ECM sia presente strutturalmente e funzionalmente in tutte le componenti tessutali che costituiscono un organo, quali epiteli, vasi, muscoli, nervi e connettivo, è proprio in quest’ultimo, che risulta più abbondante delle cellule che circonda, da qui il nome di sostanza fondamentale.

Le possibili e diverse combinazioni delle cellule che compongono la matrice extracellulare generano diversi tipi di tessuto. Si parte dalla matrice extracellulare fluida (sangue e linfa), per passare ad una matrice solida ma lassa che consente il passaggio di vasi sanguinei e sostanze (cute, muscoli) fino ad arrivare ad una matrice extracellulare calcifica capace di creare strutture molto resistenti (tessuto osseo).

Quindi la matrice extracellulare in salute, può divenire sinonimo, di integrità dell’organismo vivente. Il sistema che più di ogni altro garantisce l’efficienza della matrice intercellulare è il “sistema linfatico”. Contestualmente l’Omotossicologia consente al medico veterinario di poter intervenire proprio sulla circolazione linfatica e quindi sulla matrice extracellulare. Nel prontuario OTI, troviamo un farmaco low doses specifico per questo scopo, un suo sintetico e parziale esploso, ci permette di comprendere la sua azione regolatrice e riparatoria:

  1. Scrofularia nodosa; Juglans regia; Calcarea phosphorica, Ferrum iodatum.
  • Impartiscono un’azione antinfiammatoria sui tessuti linfoepiteliali
  • Permettono la modulazione (benefica) delle difese immunitarie, incrementando la produzione di particolari interleuchine.
  1. Pinus silvestris, Gentiana lutea, Aranea diadema, Myosotis arvensis; riattivano la circolazione linfatica, stimolando l’azione di pompa dei vasi linfatici che trasportano le sostanze tossiche (azione linfagoga). A questo pool di farmaci omeopatici si aggiungono…
  2. Natrum sulfuricum; Geranium robertianum; Fumaria officinalis; Teucrium scorodonia; capaci di convogliare le tossine dal sistema linfatico, su particolari apparati, come: il respiratorio, il digerente, l’urogenitale.
  3. Menzione a parte, per il farmaco omeopatico Thyroide, che ha generato in veterinaria il dubbio di favorire l’ipertiroidismo felino. Dubbio da dissolvere per la potenza di questo farmaco “la 12CH”, capace della sola azione regolatoria.

La possibilità per il Veterinario di aggiungere questo farmaco, al proprio bagaglio terapeutico, gli consente di:

  1. poter operare in tutte quelle branche specialistiche veterinarie, nelle quali abbiamo un’alterazione del sistema linfatico (ingorgo), come: la cardiologia, la gastroenterologia, l’endocrinologia
  2. aggiungerlo (anche insieme ad un altro farmaco omotossicologico a base di: Apis, Argentum, Echinacea, Galium, Thuja, ecc…) nelle terapie convenzionali che richiedono necessariamente un prolungato utilizzo di: antibiotici, cortisonici, FANS, ace inibitori.

La conoscenza di questo farmaco permette di comprendere come l’Omotossicologia possa essere un valido aiuto alla Medicina Convenzionale, soprattutto nella terapia di malattie croniche, permettendo al terapeuta; di avvicinarsi al concetto di Medicina Veterinaria Integrata. “One world, One Medicine, One Health”.