Redazione

“Il semplice blocco dell’infiammazione non è sufficiente per riportare i tessuti al loro stato normale”, afferma Ruslan Medzhitov, professore di immunobiologia alla Yale School of Medicine. Questo approccio ignora l’altra faccia della medaglia dell’infiammazione: la “Risoluzione”.

La risoluzione dell’infiammazione è un processo attivo, complesso e altamente organizzato per ricostruire i tessuti e rimuovere i batteri e le cellule morte. Quando questo processo viene interrotto le malattie infiammatorie diventano croniche. Il dr. Molly Gilligan della Columbia University aggiunge che “gli immunologi pensavano che i metaboliti dell’infiammazione vengono eliminati alla fine del processo flogistico, ma la realtà è più complicata”.

Inoltre Gerhard Kronke dell’Università di Erlangen-Nurnberg, apre una nuova finestra sul ruolo dei macrofagi, fino a poco tempo fa considerati fattori pro infiammatori, invece Kronke sostiene, alla luce dell’ultimo decennio di ricerche, che i macrofagi sono attori fondamentali nella risoluzione dell’infiammazione, costringendo così il mondo dell’Immunologia ad una revisione delle azioni terapeutiche nei casi di infiammazione, soprattutto cronica.

Anche il decorso del cancro è condizionato da una non-risoluzione dell’infiammazione. Addirittura alcuni trattamenti tradizionali (chemioterapia e radioterapia) potrebbero esacerbare il problema oncologico, è quanto afferma il dr. Dipak Panigrahy, professore di Patologia Medica al Beth Israel Deaconess Medical Center, Boston. Questo perché le tossine (detriti) che si producono a seguito di tali terapie, stimolano l’infiammazione che a sua volta alimenta le cellule tumorali.

Medzhitov paragona un’infiammazione a un tubo rotto che ha inondato d’acqua un ufficio. Riparare il tubo potrebbe impedire all’acqua di fuoriuscire ancora, ma non riporta l’ufficio al suo precedente stato funzionale. Allo stesso modo, l’infiammazione ha una fase di pulizia nota come risoluzione che procede attraverso una serie di passaggi altamente coordinati e geneticamente preordinati. I laboratori Sheran, negli anni ’90, grazie agli studi di  Charles Sheran, professore di anestesia alla Harvard Medical School, hanno individuato alcuni lipidi in grado di promuovere la risoluzione infiammatoria, e li hanno chiamati Resolvine. Tra le più approfonditamente studiate vi sono le SPMs  mediatori specializzati della pro-risoluzione, che sono messenger molecules (molecole messaggere) tal quali le citochine.

Concludendo, molti autorevoli ricercatori ci dicono che il mondo dell’infiammazione è tutt’altro che conosciuto e classificato, ci sono elementi importanti che ogni anno cambiano il paradigma riconosciuto valido fino all’anno precedente.

C.Chang “The end of inflammation? New approach could treat dozens of diseases.”, 2022 –  National Geographic