Gli ultimi studi sembrano dire si.
La redazione
Lo stato mentale potrebbe avere un reale effetto sul percorso di ripresa e guarigione da una malattia.
Negli ultimi decenni infatti sempre più ricerche sembrano provare l’esistenza di un effettivo legame tra cervello e sistema immunitario.
L’ultima conferma arriva da uno studio del Technion – Israel Institute of Technology di Haifa, dove la dottoranda Hedva Haykin ha fatto una scoperta che potrebbe avere un impatto rivoluzionario. Una parte dei risultati è stata pubblicata su Nature.
A fine 2022 Haykin, supervisionata dalla neuro-immunologa Asya Rolls e il cardiologo Lior Gepstein, ha analizzato al microscopio frammenti di cuore di topi che erano stati colpiti da attacco cardiaco.
Alcuni campioni erano segnati dalle cicatrici lasciate dall’infarto, altri mostravano solo tracce del danno tra le cellule sane. Da cosa dipendeva questa differenza? I campioni dall’aspetto più sano – ha spiegato la scienziata – provenivano da topi che avevano ricevuto la stimolazione di un’area cerebrale coinvolta nelle emozioni positive e nel movimento. Gli altri, quelli segnati da cicatrici, provenivano da topi non stimolati.
L’esperimento, è stato ripetuto più volte al fine di convalidare la correttezza dei risultati. L’area cerebrale stimolata è stata l’ area tegmentale ventrale (VTA) e l’ipotesi conseguente allo studio è che la stimolazione di questa area possa innescare cambiamenti nella risposta immunitaria che contribuiscono alla riduzione del tessuto cicatriziale.
Lo studio del Technion – Israel Institute of Technology induce molti ricercatori e medici a considerare con sempre maggiore interesse il fatto che lo stato emotivo di una persona possa influenzare la sua salute e nel caso di malattia la sua guarigione. Quindi non si parla più solo di un’influenza psicologica aspecifica sullo stato somatico, ma di aree cerebrali ben identificate e di una loro specifica azione sul sistema immunitario. Anche se c’è ancora molto cammino da fare, la Medicina si avvicina in modo sempre più definito alla visione psicosomatica in una visione scientifica della stessa e di conseguenza la ricerca di farmaci, anche fitoterapici, che abbiano un’azione mirata in tal senso, a beneficio di pazienti affetti anche da patologie gravi.
Secondo Rolls capire come funzioni questo legame potrebbe avere moltissime implicazioni sulla medicina: come sfruttare meglio l’effetto placebo ma anche potenziare la cura di tante malattie tra cui i tumori. Senza considerare che molte patologie finora liquidate come “psicologiche” potrebbero essere riviste e classificate più correttamente ad indirizzo psicosomatico o neurofisiologico.. Come Rolls e gli altri autori dello studio, sono centinaia gli scienziati che stanno indagando il funzionamento del cervello umano rispetto alle risposte del sistema immunitario. Finora i risultati sembrano promettenti.