Redazione

Il  Toxoplasma gondii, agente protozoario dotato di comprovata capacità zoonosica è capace d’infettare numerosi cetacei nei nostri oceani, determinando la comparsa di gravi lesioni di encefalite non purulenta multifocale. Si è sempre considerata la contaminazione marina di T. Gondii come un flusso terra mare sostanzialmente confinato ad aree costiere. Invece non si spiegava come potesse infettare anche le stenelle striate che vivono in mare aperto. Gli tsunami, gli eventi sismici sottomarini e, più in generale, il moto delle correnti acquatiche possono rendersi responsabili del trasferimento, anche a lunghe distanze, di T. gondii,così come di altri microorganismi patogeni a trasmissione oro-fecale, ma ultimamente ricerche approfondite hanno rilevato in mare aperto, T. gondii e  altri due agenti protozoari – Cryptosporidium parvum e Giardia enterica, correlati con microsfere di polietilene e, soprattutto, con microfibre di poliestere.

Pertanto le micro-nanoplastiche agiscono come “attrattori e concentratori” rispetto a contaminanti ambientali  ad azione immunotossica, neurotossica ed antiormonale/disendocrina anche nel mare aperto con gravi conseguenze per tutta la fauna ittica del mare profondo, con ricaduta sui nostri organismi a seguito dell’ingestione di pesce contaminato.

Un grido di allarme, in tal senso, è stato lanciato riguardo alla  contaminazione da frammenti e microframmenti di materiale plastico che ha interessato, nel corso degli ultimi tre anni, tutti i mari e gli oceani del mondo a seguito della drammatica pandemia da SARS-CoV-2. Infatti, qualora venisse dimostrato da futuri studi che anche nei confronti di SARS-CoV-2 le micro-nanoplastiche si comporterebbero alla medesima stregua di “zattere” in grado di trasportarlo in mare aperto, ciò potrebbe tradursi in un’ulteriore minaccia per il sempre più minacciato e precario stato di salute e conservazione dei mammiferi acquatici, vista e considerata la potenziale suscettibilità al virus di numerose specie di cetacei sulla base del grado di omologia esistente fra il recettore virale ACE-2 delle stesse e quello umano. (Dr. Giovanni Di Guardo).

In conclusione, appare sempre più chiaro che l’essere umano è parte assolutamente integrata dell’ambiente e se l’ambiente viene contaminato, questo ritornerà all’essere umano. Queste non sono più parole che raccontano di un futuro che verrà, questo è drammaticamente il presente.