Redazione
Il rischio di sviluppare infarti del miocardio, ictus e anche la morte, in pazienti con ateromi carotidei che albergano al proprio interno micro-nanoplastiche, d’ora in avanti denominate MNP, rispetto agli individui con assenza di MNP, è molto elevato e sempre più oggetto di studi e approfondimenti.
A tal proposito, infatti, Raffaele Marfella e collaboratori hanno recentemente documentato la presenza di livelli misurabili di polietilene e, in minor misura, anche di polistirene all’interno di placche ateromatose della carotide.
In effetti non possiamo attribuire solo direttamente alle nanoplastiche i disturbi cardiaci perché questi possono essere dovuti alla straordinaria capacità delle MNP di “attrarre e concentrare” su se stesse una notevole quantità di contaminanti ambientali persistenti, sia neurotossici che immunotossici, come ad esempio le diossine, oltre ad una serie di microorganismi patogeni, neurotropi e non, quali Toxoplasma gondii, un agente protozoario che si è rivelato pienamente in grado di interagire sia con le microsfere di polietilene sia con le microfibre di polistirene diffusamente contaminanti i mari e gli oceani del nostro Pianeta.
A conferma di quanto sopra, vale la pena sottolineare, infatti, che la pregressa esposizione a diossine e a composti diossino-simili è stata chiaramente associata ad un incremento della mortalità per malattie cardiovascolari, mentre un solido nesso in termini di causa-effetto è stato dimostrato fra l’infezione da T. gondii e la successiva comparsa di miocarditi e di pericarditi costrittive ed essudative, nonché di aritmia (sia atriale che ventricolare) e di insufficienza cardiaca acuta e congestizia. Le MNP, quindi, svolgerebbero un ruolo diretto di azione tossica a carico del sistema cardiovascolare, e indiretto in quanto attrattrici di vari e diversi contaminanti ambientali persistenti.
“E, mentre nel breve volgere di pochi anni si è affastellata un’impressionante mole di studi sulla contaminazione degli ecosistemi terrestri, marini e oceanici ad opera delle MNP rilasciate dalle mascherine e dai guanti utilizzati nella lotta al SARS-CoV-2,” scrive il dr. G. Di Guardo, (già professore di Patologia Generale e Fisiopatologia veterinaria Università di Teramo)“ritengo doveroso sottolineare che, per affrontare e gestire al meglio gli effetti delle MNP sulla nostra salute, molti dei quali risultano ancora oscuri, occorrerebbe adottare un approccio integrato, olistico e multidisciplinare, basato sul principio/concetto della One Health, la salute unica di uomo, animali ed ambiente.”
One Health è la base fondante, sin dagli inizi, delle medicine Omeopatica, Omotossicologica e Nutraceutica che, a proposito della contaminazione da nanoplastiche, hanno qualcosa da suggerire in termini terapeutici, prevalentemente a favore del drenaggio della Matrice Extracellulare.
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