di Osvaldo Sponzilli

La medicina omeopatica da più di due secoli utilizza i veleni di vari serpenti sfruttando la legge dei simili e della low dose. Tali veleni infatti, studiati prima dal punto di vista tossicologico, hanno suscitato l’attenzione di alcuni medici che ne hanno fatto oggetto di sperimentazioni farmacologiche a diluizioni e dinamizzazioni omeopatiche scoprendo il valore terapeutico di queste sostanze.

In linea di massima tutti i veleni di serpente hanno effetti sul cuore, sulla circolazione sanguigna, sulla coagulazione, sul sistema nervoso e sull’umore.

Seguendo la classificazione degli zoologi, possiamo dividere i veleni in due grandi classi:

  • COLUBRIDI i veleni di questa specie di rettili presentano un’affinità particolare per il sistema nervoso, sono particolarmente neurotossici e l’effetto sul sangue è di natura anticoagulante; sono emorragici per soppressione della coagulabilità sanguigna.

In omeopatia si usano in particolare due veleni appartenenti al genere Colubridi:

  1. Naja Tripudians (detto anche Cobra dal cappello o serpente dagli occhiali). Si può considerare come il più utile dei rimedi cardiaci nelle affezioni del cuore e nelle affezioni valvolari non congenite.

Il dr Elliot ha comparato questo rimedio omeopatico con l’azione tossica della digitale: soluzioni deboli del veleno di Naja rallentano il cuore e provocano extrasistole, soluzioni più concentrate sospendono i battiti in sistole. Naja è transitoriamente un ipertensore per divenire poi ipotensore per costrizione dei vasi polmonari e replezione del cuore destro.

  1. Elaps Corallinum o Serpente Corallo è un rimedio omeopatico utilizzato principalmente per il trattamento dei disturbi dello stomaco. Insieme al trattamento di nausea e vomito, aiuta anche nel trattamento di qualsiasi tipo di dolore addominale e sensazione di disagio gastrico.
  • VIPERIDI i veleni di questa specie di rettili hanno soprattutto un’azione sanguigna emolizzante i globuli rossi, mentre coagulano in massa il sangue; sono quindi paradossalmente di volta in volta sia emorragici che coagulanti.

In omeopatia si usano in particolare cinque veleni appartenenti a questa classe:

  • Lachesis Mutus (Trigonocephalus o Surucucù). Come tutti i veleni, il veleno di Lachesis irrita le mucose, provoca l’infiammazione e la necrosi dei tessuti, distrugge gli elementi nobili del sangue, cioè le emazie ed i leucociti e le albumine del siero; ne deriva che il paziente presenta disturbi di irritazione, necrosi, emorragie e suppurazioni. Questo veleno determina accelerazione della velocità di coagulazione sanguigna seguita da incoagulabilità e rallenta la velocità di sedimentazione. La dose mortale del veleno di Lachésis è pari ad un centesimo di milligrammo per ogni chilo del peso dell’essere vivente aggredito.

Il primo omeopata ad avere l’idea di utilizzare il veleno di Lachésis fu il dr. Hering. In omeopatia si utilizza prevalentemente per i disturbi associati alla menopausa.

Sperimentazioni condotte in America Latina sui topi dimostrano che diluizioni omeopatiche del veleno del serpente Lachesis mutus attivano la dopamina cerebrale.

  • Lachésis Lancéolatus o Bothrops,

Da un punto di vista omeopatico questo veleno si colloca tra Vipera e Crotalus H.

Viene utilizzato anche in medicina allopatica per l’aumento della coagulabilità distrettuale col nome di Botropase, il cui principio attivo: è la batroxobina equivalente all’attività coagulante di 1 ± 0,2 unità trombiniche internazionali (N.I.H.) Il veleno a dosi omeopatiche può corrispondere alle tumefazioni edematose molli, tessuti pieni di sangue nero con netto rigonfiamento, comparsa di vescicole sanguinanti con distruzione della pelle. Il carattere emorragico del rimedio lo pone vicino a Crotalus H. rendendolo adatto al trattamento delle malattie infettive gravi a carattere emorragico: scarlattina e morbillo emorragico, febbre tifoide, tifo, peste, covid 19, alzheimer.

  • Crotalus Horridus o Serpente a Sonagli.

Nella sperimentazione sull’uomo sano di diluizioni e dinamizzazioni omeopatiche presenta una spiccata tendenza alle emorragie, palpitazione e tachicardia..

Cenchris Contortrix o Ancistrodon

In omeopatia lo si impiega poco a causa della poca conoscenza della sua patogenesi. Come tutti i veleni provoca intense cefalee causate da congestione cefalica. Nella sperimentazione a dosi omeopatiche si è rilevata una spiccata azione nell’area pelvica: congestione dell’ovaia destra, congestione uterina, mestruazioni ed emorragie molto abbondanti.

Vipera

Il veleno della vipera ha un’azione predominante sul sangue: può essere emolitico come coagulante; colpisce i leucociti e le vie linfatiche il che corrisponde ad un’azione infiammatoria e suppurativa infiammando i tessuti e producendo edemi. Si osserva alterazione delle pareti linfatiche e venose. Si osserva la combinazione dell’azione sanguigna e azione neurotossica accompagnato da sudore freddo. In omeopatia ha effetto sugli edemi localizzati o generalizzati con infiammazione venosa e congestione epatica. Varici e flebiti.

Utilizzo dei veleni di serpente nel Covid 19

L’indicazione preferenziale è per il  Bothrops sia per la notevole similitudine biochimica tra l’enzima ACE ed ACE2, cui si lega, cosi come per quella tra la serina proteasi BjSP e la proteasi 32
serina transmembrana tipo 2 (TMPRS2) che promuove l’assorbimento virale sulla parete degli epiteliociti alveolari tipo II. La resistenza all’eparina del veleno del Bothrops è un altro elemento indicativo di un’alta similitudine tra questo rimedio e lo stato coagulativo particolare indotto dal SARSCoV-2. Inoltre, esso è l’unico rimedio riportato nel sintomo embolia polmonare del Repertorio omeopatico. Si ritiene che il Bothrops sia probabilmente il più indicato tra i veleni di serpente utilizzati in Omeopatia nella seconda e terza fase della malattia, in base all’ elevata affinità con il quadro anatomopatologico e clinico del COVID-19 ma anche per la presenza di bersagli molecolari condivisi col virus SARS-CoV-2, un livello di similitudine basale ma significativo. Personalmente lo prescrivo in prossimità della somministrazione vaccinale da Sars cov 2 per contrastare eventuali effetti trombotici.

Un articolo scientifico dal titolo: Snakes alive: Venom may play a role in the fight against COVID-19 approfondisce l’utilizzo del veleno di Bothrops nell’alzheimer in quanto sembra che il suo veleno possa contrastare la proteina tossica amiloide-beta che è una causa del morbo di Alzheimer; una molecola nel veleno attiva due enzimi che eliminano la beta amiloide. I ricercatori hanno scoperto che il peptide che stavano già esaminando per l’Alzheimer potrebbe aiutare nella lotta contro il COVID-19.